DENDRONATURA n.2 2019

 

1. Alfano A, Paletto A, Simoncini S, De Meo I (2019). Linee guida per la gestione del legno morto in popolamenti artificiali di pino nero (Pinus nigra J.F. Arnold).

 

Riassunto: La gestione del legno morto nell’ecosistema forestale rappresenta, come enfatizzato dalle Conferenze Ministeriali per la Protezione delle Foreste in Europa, uno dei temi chiave della Gestione Forestale Sostenibile (GFS). Questo aspetto assume un rilievo ancora maggiore nei rimboschimenti artificiali di conifere dove la corretta gestione del legno morto – sia in termini quantitativi che qualitativi – è di fondamentale importanza per migliorare la struttura e la funzionalità di questi ecosistemi. Il presente studio si è focalizzato sull’analisi delle variazioni dei volumi di legno morto nella foresta di Monte Morello (provincia di Firenze) a seguito di due differenti interventi selvicolturali (diradamento dal basso e diradamento selettivo). I risultati pre-diradamento hanno messo in risalto l’abbondante presenza di legno morto (volume medio totale di 75,10 m3/ha ripartito in 59,90 m3/ha di legno morto a terra, 13,95 m3/ha di alberi morti in piedi e 1,25 m3/ha di ceppaie), da attribuirsi alle condizioni di instabilità del popolamento mai sottoposto agli opportuni tagli intercalari e dunque, in condizione di degrado ed abbandono colturale. Nel corso dei diradamenti il legno morto della prima e seconda classe di decadimento è stato rimosso e impiegato per la produzione di bioenergia. Tuttavia, nonostante la rimozione parziale del legno morto in eccesso, i risultati evidenziano un aumento dei volumi di legno morto a terra (volume medio totale di 84,65 m3/ha ripartito in 73,30 m3/ha di legno morto a terra, 8,03 m3/ha di alberi morti in piedi e 3,32 m3/ha di ceppaie) a causa di un elevato tasso di mortalità delle conifere del piano dominante.

 

Parole chiave: gestione forestale sostenibile; rimboschimenti; classi di decadimento; foresta di Monte Morello (Regione Toscana).

 

Abstract: The deadwood management in forest ecosystem is a key aspect for the Sustainable Forest Management (SFM) as emphasized by Ministerial Conference for the Protection of Forests in Europe. This aspect is even more important in the artificial reforestation of conifers where the management of deadwood – both in quantitative and qualitative terms – is of fundamental importance to improve the structure and functionality of these ecosystems. This study analysed the changes of deadwood volume in the Monte Morello forest (province of Florence) following two silvicultural treatments (thinning from below, selective thinning). The pre-thinning results highlighted the abundant amount of deadwood (average value of 75,10 m3/ha divided in 59,90 m3/ha of lying deadwood, 13,95 m3/ha of standing dead trees, and 1,25 m3/ha of stumps) due to the conditions of stand instability and advanced state of degradation. During thinning, deadwood of first and second decay classes has been removed and used for the bioenergy production. Despite the partial removal of deadwood, the results show an increase of lying deadwood volume (average value of 84,65 m3/ha divided in 73,30 m3/ha of lying deadwood, 8,03 m3/ha of standing dead tree, and 3,32 m3/ha of stumps) due to a high mortality rate of the dominant conifers.

 

Key words: sustainable forest management; reforestation; decay classes; Monte Morello forest (Tuscany region).

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2. Pacini A, Viti C, Pastorelli R (2019). Dinamiche delle comunità batteriche durante il processo di decomposizione della necromassa.

 

Riassunto: La necromassa è una componente importante degli ecosistemi forestali in quanto ad essa viene attribuito un ruolo chiave nei cicli biogeochimici degli elementi e nella conservazione della biodiversità. Tali funzioni vengono esplicate attraverso una serie di trasformazioni fisico-chimiche che il legno morto subisce ad opera di agenti biotici ed abiotici. Tra gli agenti biotici il ruolo dei funghi nella decomposizione del legno è ampiamente riconosciuto ma ben poco si sa sul ruolo dei batteri. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di analizzare la struttura e le dinamiche nelle comunità batteriche in campioni di suolo, lettiera e necromassa a vari stadi di decomposizione, provenienti da mesocosmi allestiti nei soprassuoli di pino nero (Pinus nigra Arnold ssp. nigra) presenti sulle pendici di Monte Morello (FI), mediante un approccio multidisciplinare che ha previsto la determinazione delle caratteristiche chimiche (pH, contenuto totale di carbonio e azoto) e la caratterizzazione delle comunità batteriche associate (tramite la tecnica Denaturing Gradient Gel Electrophoresis, DGGE). I risultati hanno evidenziato che lo stadio di decomposizione della necromassa non influisce in maniera significativa sui parametri chimici analizzati nonostante siano emerse delle tendenze come l’incremento del contenuto di azoto totale. La caratterizzazione delle comunità microbiche ha evidenziato dinamiche molto complesse nelle comunità microbiche presenti nelle frazioni analizzate di suolo, lettiera e necromassa. In particolare, la composizione in Unità Tassonomiche Operative (OTU) delle comunità batteriche della necromassa varia significativamente in base ai diversi stadi di decomposizione, tuttavia non emerge una correlazione significativa tra classe di decomposizione del campione di necromassa e composizione in OTU delle comunità batteriche di lettiera o suolo.

 

Parole chiave: necromassa, batteri, Pinus nigra.

 

Abstract: Deadwood is an important component of forest ecosystems playing a key role in nutrients, biogeochemical cycles, biodiversity and soil preservation. These functions are provided thanks to physical and chemical changes of the deadwood carried out by biotic and abiotic factors. Between the biotic factors, fungi are considered the major deadwood decomposers but far less is known about the role of bacteria during the decay process. The aim of present work is to increase knowledge on bacterial communities involved in deadwood degradation by analyzing samples of soil, litter, and deadwood at different decay stages. The samples were collected from mesocosms set up in a black pine (Pinus nigra Arnold ssp. nigra) forest, in a specific area of Monte Morello (FI). Samples were analyzed by a multidisciplinary approach defining their chemical parameters (pH, total nitrogen and carbon contents), and characterizing the structure of bacterial communities linked to deadwood decay by using the Polymerase chain reaction - Denaturing Gradient Gel Electrophoresis (PCR-DGGE) technique. The obtained results pointed out that the chemical parameters are not significantly influenced by deadwood decay class even if some trends were observed, like the increase of total nitrogen content. The characterization of the bacterial communities highlighted very complex and different dynamics between the analyzed fractions. In particular, the composition in Operative Taxonomic Units (OTU) varies considerably inside the deadwood fractions at their different decay stages. Still, there’s no significant correlation between deadwood decay class and bacterial community composition associated to the underlyingfractions of litter and soil.

 

Key words: deadwood, bacteria, Pinus nigra.

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3. Giovannini L, Pennacchio F, Mazza G, Roversi PF (2019). Monitoraggio di Ips typographus (L.) (Coleoptera: Scolytidae) nell'Appennino Tosco-Romagnolo.

 

Riassunto: Lo scolitide dell’abete rosso Ips typographus (Linnaeus , 1758) è considerato uno degli insetti più temuti e dannosi per le foreste europee. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di monitorare, da giugno ad agosto 2016, le popolazioni dell’insetto in boschi artificiali di abete rosso presso le stazioni del Passo del Giogo e del Passo della Colla (Firenze), tramite l’utilizzo di trappole di tipo Theysohn, innescate con il feromone di aggregazione specifico. Inoltre, è stato valutato l’impatto che questa tecnica ha avuto su specie non-target. Le attività di monitoraggio hanno evidenziato un’elevata capacità di cattura degli adulti di I. typographus negli ambienti di studio. Da rilevare, allo stesso tempo, che all’interno delle trappole sono stati catturati anche 287 esemplari di specie non-target, tra cui due di notevole interesse forestale e conservazionistico: Gnorimus variabilis (Linnaeus , 1758) e Morimus asper (Sulzer , 1776). I risultati ottenuti, oltre a permettere la raccolta di dati sulla fenologia dello scolitide oggetto di indagine, hanno posto in risalto la necessità di attente considerazioni sugli effetti collaterali delle attività di trappolaggio su specie non-target.

 

Parole chiave: Picea abies, Scolitide, trappolaggio.

 

Abstract: Ips typographus (Linnaeus , 1758) is considered one of the most harmful insects for the European forests. The aim of this study was to monitor, from June to August 2016, the insect populations in the forests of Passo del Giogo and Passo della Colla (Florence), using Theysohn traps baited with the specific aggregation pheromone. Furthermore, the impact of the captures on non-target species was evaluated. Monitoring activities showed a high ability to capture I. typographus in the study areas, but at the same time, the traps captured 287 specimens of non-target species, including two taxa of considerable forest and conservation interest: Gnorimus variabilis (Linnaeus , 1758) and Morimus asper (Sulzer , 1776). The results obtained provided important data on the phenology of this pest and highlighted the side effects of trapping activities on non-target species.

 

Key words: Picea abies, Scolitids, trapping.

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4. Confalonieri M (2019). La tempesta “Vaia” in Trentino: l’evento, le conseguenze, il ripristino.

 

Riassunto: La tempesta Vaia che ha colpito il Trentino il 26, il 27 e il 28 ottobre 2018 con quantitativi di pioggia eccezionali e raffiche di vento talora superiori a 120 km/h, ha fortemente danneggiato 19.000 ha di superficie forestale, sia pure con diversa intensità, e abbattuto circa 3 milioni di metri cubi il legname derivante dalle piante schiantate, prevalentemente sradicate. La reazione immediata di fronte a questo evento è stata quella di sgomberare tutto il materiale schiantato al più presto possibile pianificando gli interventi di recupero e ripristino secondo criteri che consentono di determinare in base alla funzione principale svolta dal bosco, dove l’esbosco è sicuramente prioritario, e di individuare quei casi dove il rilascio parziale o totale del materiale a terra può essere opportuno o necessario. Gli effetti della tempesta non hanno coinvolto solo il patrimonio boschivo; ingenti danni sono stati registrati anche alle infrastrutture forestali: tra i vari interventi, il ripristino della viabilità (forestale e pubblica) è stato considerato prioritario per poter consentire le successive operazioni di esbosco e di successivo ripristino dei soprassuoli.

 

Parole chiave: Tempesta Vaia, gestione forestale, ripristino.

 

Abstract: The Vaia storm has affected the territory of Trentino province from 26th to 28th October 2019. During the Vaia storm, there have been exceptional rain and wind, with gusts of wind over 120 km/h. This storm has destroyed more than 19.000 ha of forest area and 4.000.000 m3 of wood mainly from uprooted trees. The first reaction to this extreme event was the tree removal thorugh very fast forestry operations. The Forest Service of the Trentino Province has planned forest recovery and restoration following the criteria based on the main forest function provided. Therefore, in some places uprooted tree are quickly removed, while in other conditions uprooted trees have been partially or totally released in forest. The Vaia storm effect did not hit only the forest resource, but there were also damages to the forest and public roads. The restoration and replace of the roads was considered a priority by Forest Service because without roads the other restoration activities would have been impossible.

 

Key words: Vaia Storm, forest management, forest restauration.

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5. Siligardi M (2019). Le fasce perifluviali tra paesaggio e ruolo ecofunzionale.

 

Riassunto: I sistemi fluviali sono sistemi complessi dove ogni comparto svolge un ruolo in relazione con altri. Il paesaggio fluviale non può essere solo soddisfazione della percezione o avere valore scenico, ma dev’essere considerato come entità eco-funzionale. Infatti in questo articolo si riportano le caratteristiche della funzionalità ecologica di un ambiente acquatico come elementi di un paesaggio ecologico, nonché la procedura definita dalla PAT per individuare e mappare gli Ambiti Fluviali o Aree di Protezione Fluviale (APF) previste dal PGUAP.

 

Parole chiave: funzionalità fluviale, zona tampone, APF

 

Abstract: River systems are complex systems where each compartment plays a role in relation to others. The river landscape cannot only be the satisfaction of perception or have scenic value, but must be considered as an eco-functional entity. In fact, this article reports the characteristics of the ecological functionality of an aquatic environment as elements of an ecological landscape, as well as the procedure defined by the PAT to identify and map the Fluvial Areas or SPA- Shorezone Protection Area foreseen by the PGUAP.

 

Key words: river functionality, buffer strip, SPA (Shorezone Protection Area)

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6. Favargiotti S (2019). Riflessioni ai margini della città: da aree in attesa a paesaggi multifunzionali e produttivi. Esperienze e riflessioni dalla ricerca SATURN.

 

Riassunto: Una delle sfide per il futuro del nostro territorio e il suo sviluppo sostenibile è la marginalità, intesa come espressione di una condizione diffusa di inattività che caratterizza numerose aree urbane e periurbane di proprietà pubblica e privata che offrono un'occasione per nuove interpretazioni e nuovi significati. Nel territorio trentino questa sfida trova materia di studio nelle aree di fondovalle, dove la “criticità del margine” si declina nella relazione di qui frammenti di città tra loro slegati: porzioni di territorio dove urbano e rurale (aree agricole, produttive, abbandonate, infrastrutture, boschi) vengono a contatto diretto e dove gli effetti di una crescita urbana frenetica ha lasciato i segni più significativi. Progettare ai margini, o meglio, progettare i margini della città significa declinare il progetto urbano integrato con il progetto del paesaggio e dei servizi infrastrutturali (reti grigie, verdi e blu) in un'ottica di multifunzionalità.

 

Parole chiave: paesaggi multifunzionali; connettività ecologica e sociale; foodscape.

 

Abstract: One of the challenges for the future of our territory and its sustainable development is the marginality, understood as the expression of the widespread condition of obsolete or abandoned urban and peri-urban areas. These offer several opportunities for an innovative productive activities for public and private areas, with a new interpretations and new meanings. In the Trentino territory, this challenge is expressed in the areas along the valley where the marginality is declined in the relationship between not connected pieces of the city. Those parts of the territory where urban and rural areas have a direct contact but also where the functions of agriculture, industry, residential, infrastructure, forests, abandonment find place. Here the most intense effects of the urban growth has left the most significant marks. Designing on the margins, or rather, designing with the margins of the city, means interpreting the urban design process integrated with the design of the landscape and infrastructure services (grey, green and blue networks) in a perspective of multifunctionality.

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