DENDRONATURA N.2 1982
1. Pedrolli M (1982). Proposta metodologica per la pianificazione della fauna venatoria in Provincia di Trento.
Riassunto: La pianificazione in campo faunistico è uno strumento indispensabile per un equilibrato utilizzo della produzione annuale di animali selvatici. Tale produzione è quantificabile in termini economici per cui congiuntamente all'interesse naturalistico e strettamente venatorio, la fauna ha un suo proprio valore venale, seppur simbolico. In Italia sporadiche e non organizzate sono state le iniziative volte alla conoscenza dell'etologia animale ed alla regolazione programmata delle popolazioni selvatiche. All'estero invece per una tradizione più profonda e per una maggior sensibilità al problema, gli studi e le ricerche in questo settore hanno fornito una considerevole documentazione di livello scientifico.
L'assestamento venatico in Provincia di Trento, su un territorio vario per clima ed orografia, deve tener conto dei diversi ambienti esistenti: la pianificazione di primo grado quindi sarà indirizzata all'individuazione di zone faunistiche omogenee nell'ambito delle quali procedere all'elaborazione dei piani di assestamento venatico per riserva così da inquadrare in due stadi, in due momenti, l'assetto delle popolazioni selvatiche attribuendo al primo stadio un significato di normativa generale, mentre al secondo un ruolo particolaristico.
Abstract: Faunistic planning is indispensable for a balanced utilization of the annual wild animal production. This production can be quantified in economic terms linked with naturalistic and strictly venatorial interests; the fauna has its own market value, even if symbolic. In Italy the initiatives introduced to help the understanding of animal ethology and the programmed regulation of the wild animal population have been sporadic and unorganized. In other countries, on the other hand, because of deep rooted tradition and a greater understanding of the problem, investigations and research in this field have contributed notably at a scientific level.
Venatic planning in the Pronvce of Trento, a territory with varied climate and orography, must take account of the different environmental situations. Primary plans will therefore be directed toward the individualization of homogeneous faunistic zones within which venatic planning for reserves will be elaborated so as to establish in two stages the planning of the wild populations, the first stage setting out general rules, the second having a particularistic role.
2. De Franceschi P (1982). Fluttuazioni delle popolazioni di tetraonidi sulle Alpi carniche.
Riassunto: Nella fig.1 è rappresentato l'andamento delle catture di tetraonidi in Trentino negli anni 1886—1912, in base ai dati riportati dal Ramponi (1928).
Le catture mostrano un notevole aumento di tutte le specie tranne quelle relative alle popolazioni di Pernice bianca che sembrano fluttuare secondo cicli brevi di 3—4 anni e cicli lunghi di 16 anni.
I risultati dell'inchiesta del 1929 fatta dall'Associazione Provinciale Cacciatori di Trento conferma questo andamento (Tab.1). Successivamente, nella fig.2, vengono riportati i risultati di una ricerca condotta negli anni 1955-81 sulle popolazioni di tetraonidi esistenti in una zona (di 7000 ha circa) sulle Alpi Carniche, utilizzando metodi di censimento diretti ed indiretti.
L'andamento dei grafici denuncia una pesante rarefazione delle due specie di tetraonidi forestali: il Gallo cedrone (—76%) e il Francolino di monte (—72%), una fluttuazione della popolazione di Fagiano di monte con cicli di 17—20 anni e tutta una serie di fluttuazioni della popolazione di Pernice bianca con cicli brevi di 3-5 anni e cicli lunghi di 20 anni circa.
Questo andamento delle popolazioni dei due tetraonidi che vivono ad altitudini maggiori e perfettamente in accordo con quello ottenuto dai dati sugli abbattimenti dei tetraonidi del Trentino.
La situazione attuale sulle Alpi Carniche è stata ed è ancora determinata:
- dall'abbandono dei prati e dei pascoli di montagna e dalle nuove tecniche silvicolturali;
- dall'aumento dell'antropizzazione e dal diverso uso del territorio da parte dell'uomo;
- dalla caccia (ovunque eccessiva e prolungata) e dal bracconaggio;
- dall'andamento meteorologico primaverile con frequenti periodi di tempo freddo, umido e ricchi di precipitazioni nevose;
- dall'espansione dell'area di distribuzione e dall'abbassamento di quota (nel caso del Fagiano di monte e del Francolino di monte);
- da epizoozie che hanno attraversato la cerchia alpina da est verso ovest e localmente anche dalla presenza di predatori.
Abstact: The Author begins examining the data concerning the numbers of tetraonids bagged in Trentino (Italy) during the years 1886—1912. The results of this review, summarized in pict. No.1, show that:
- Capercaillie bags present a remarkable increase and two marked peaks separated by a 17—20 years' period;
- Black Grouse captures show an increase in the population and two peaks separated by periods of 17-20 years (in 1890, 1907), another peak was found at the
end of the twenties;
- Hazel Grouse bags present some shortterm fluctuations every 3—4 years overlapping an extended and remarkalble increase that continued beyond 1930;
- Rock Ptarmigan captures show some short-term fluctuations every 3—4 years and a more marked decrease after 16 years.
Then the A. takes into consideration the results of an enquiry carried out (during 1929) by the Hunters Association of Trentino; they agree with the fluctuations of the bags reported in pict. No.1 and show a marked increase (a sharp maximum) in the number of tetraonids bagged during 1929 (except for the Rock Ptarmigan: see Tab. No.1).
Suddenly the A. draws the results of the field research on fluctuations of tetraonid populations in the Eastern Alps, during the years 1955-81, see pict. No.2.
The data on the tetraonid densities were collected in three ways:
- the observer walked through the territories where the tetraonids lived using always the same tracks (for most years), during winter and early summer.
- In late summer, counts were done with the help of a pointing dog.
- In spring the observer numbered all the birds contacted during many visits on the leks of the area taken into consideration.
The records on the bags of tetraonids in the area were examined at the end of the hunting season too.
The Hazel Grouse and the Capercaillie populations suffered a heavy rarefaction during the 1955—81 period (72% for the former, 76% for the latter).
The Black Grouse fluctuations present two peaks separated by a 20 years' period.
In the Rock Ptarmigan populations there are two different ways of fluctuations:
- some short-term fluctuations with peaks every four years;
- a long-term fluctuation overlapping the previous ones, with a sudden and heavy decrease every 20 years.
The present status of tetraonids on the Southern Eastern Alps was and is still produced:
- by forest management and by habitat trasformations related to the desertion of the grass moving and grazing in the meadows placed on the mountain wooded slopes;
- by increasing disturbance during all the seasons because of tourists, new roads crossing the woods, skiing tracks and trails and their terminal stations and because of people making use of them and of any other Alpine habitat;
- by hunting, everywhere excessive, above all to the woodland grouses as Capercaillie and Hazel Grouse;
- by stalking with rifle (and/or with camera too) the cocks when displaying at their leks; spring hunting is always disruptive and it is not selective, as some hunters say;
- by cool springs, with wet or snowy weather before and during the period of laying or soon after the hatching of eggs;
- by a low rate of adult females with broods during many years successively over most of territories;
- by irregular diseases that slowly crossed (from east to west) the Alpine chain and by predation in a few limited areas;
- in the early sixties, there occurred a widespread dispersal of many individuals of Black Grouse during autumn wanderings. They occupied new territories placed at a lower altitude and more suitable for breeding.
Those areas were before used for rearing the cattle or for preparing the fodder for winter.
At last, for a better understanding of the fluctuations in the number of tetraonids on the Alps, many other researches are needed through most of the territories.
3. Mattedi S (1982). Studio di un popolamento di capriolo nella foresta demaniale di Paneveggio (Trento).
Riassunto: L'indagine eseguita nel 1976 e 1977 nella Foresta Demaniale di Paneveggio (Trento), tendeva a rilevare le caratteristiche della
popolazione di "Capreolus capreolus" in un'area campione, per confronto con quelle descritte per l'Europa Centrale, e a fornire
le basi per l'estensione dei dati acquisiti ai casi osservabili in analoghe cenosi dell'arco alpino.
L'indagine vera e propria sulla popolazione è stata fondata su tecniche di cattura e marcatura dei soggetti non ancora sperimentate in Italia; le osservazioni sono state eseguite quotidianamente nei periodi estivi del biennio.
Una particolare attenzione è stata dedicata agli elementi strutturali della popolazione e soprattutto sulla densità, sullo spettro di classi d'età, sul complesso delle caratteristiche morfologiche ed etologiche e sulla fecondìtà. Sono stati acquisiti, tra l'altro, dati inequivocabili circa lo scioglimento dei gruppi invernali, la fase gerarchica e territoriale, l'epoca dei parti, il periodo estrale, l'alimentazione, la predazione.
A conclusione dei rilevamenti di campagna, con la scorta delle cognizioni accumualate nel biennio di ricerche e sulla base dei principi generali di assestamento, si propongono i criteri fondamentali per l'adozione di adeguate misure di intervento, direttamente sul popolamento di capriolo e indirettamente sul biotopo forestale, per portare l'ungulato ad una condizione di equilibrio con il resto della cenosi.
Abstract: The research carried out in 1976 and 1977 in the Demaniale Forest of Paneveggio (Trento) has revealed the characteristics of the “Capreolus capreolus” population in a sample area, for comparison with those described for CentraI Europe, and has provided the basis for an extension of the data collected from visibIe cases in analogous forest environments of the Alpine arch.
The actual research on the population was based on techniques of animaI capturing and marking which have not yet been tested in Italy; the observations were carried out daily during the summer months of the two-year period.
Special attention was given to the structural elements of the population and above all to its density, to the spectrum of age groups, to the set of morphological and ethological characteristics and to fertility. In addition, definite data on the breaking up of the winter groups, the hierarchical and territorial phases, the parturition period, the estraI period and feeding and preying were collected.
On conclusion of the field surveys, the knowledge accumulated during the two years of research and the generaI principles of settlement have provided the basic criteria for the adoption of adequate measures of intervention - directly on the roe-deer population and indirectly on the forest biotope - in order to bring the ungulates in a state of equilibrium with the rest of the forest environment.