DENDRONATURA N.1 2024

 

1. Basso G, Tomasetti R (2024). Le tre stagioni della vita di Pietro Bolner.

 

 

2. De Bertolini A (2024). Come una formica magrolina.

 

 

 

3. Zambotti S (2024). Scelta dell’habitat di gallo cedrone (Tetrao urogallus) e francolino di monte (Bonasa bonasia) in Trentino.

 

Riassunto: Lo studio sfrutta le osservazioni opportunistiche rilevate dal personale di vigilanza per implementare le conoscenze sulla selezione dell’habitat di gallo cedrone e francolino di monte in Trentino. Le osservazioni opportunistiche sono state raccolte mediante applicativi per smartphone appositamente creati e, successivamente, organizzate in un dataset contenente 703 osservazioni di gallo cedrone e 226 e di francolino di monte. Per analizzare la selezione dell’habitat sono state misurate e confrontate le variabili ambientali all’interno di celle di presenza della specie e di celle casuali di disponibilità, sparse su tutto il territorio provinciale. Le variabili ambientali utilizzate considerano in ciascuna cella le principali caratteristiche della geomorfologia, della lunghezza delle strade forestali presenti, della copertura percentuale da parte delle altre strutture antropiche (edifici, rete viaria principale, ecc.) e la copertura percentuale da parte dei vari tipi forestali. I valori rilevati nelle celle di presenza accertata delle specie sono stati confrontati con quelli di un egual numero di celle di disponibilità, selezionate casualmente nell’area di studio.

 

Parole chiave: selezione dell’habitat, gallo cedrone, francolino di monte, osservazioni opportunistiche

 

Abstract: The study exploits the opportunistic observations detected by forest rangers and game wardens to implement the habitat selection’s knowledge of capercaillie and hazel grouse in Trentino. The opportunistic observations were collected using specially created smartphone applications and subsequently organized into a dataset containing 703 observations of capercaillie and 226 of hazel grouse. To perform the analysis of habitat selection, environmental variables were measured and compared within species presence cells and random availability cells, spread across the entire provincial territory. The environmental variables used were geomorphology, the length of the forest roads present, the percentage coverage by other anthropic structures (buildings, main road network, etc.) and the percentage coverage by the various forest types. The values detected in the cells of confirmed presence of the species were compared with those of an equal number of availability cells, randomly selected in the study area.

 

Key words: habitat selection, capercaillie, hazel grouse, opportunistic observations

 

4. Baldessari S, Bertolli A, Prosser F, Tomasi G, Marini L (2024). Risposta della flora alpina d’alta quota ai cambiamenti climatici nella provincia di Trento.

 

Riassunto: Le regioni alpine sono fortemente sensibili ai cambiamenti climatici e, negli ultimi decenni, hanno registrato impatti marcati come il mutamento della composizione delle comunità vegetali d’alta quota. L’obiettivo di questo lavoro è la caratterizzazione della flora alpina attraverso i tratti funzionali e la formulazione di previsioni riguardanti l’evoluzione della composizione vegetale alpina. Le vette sono ottime aree di studio a cielo aperto grazie al gradiente altitudinale, per cui si rilevano variazioni delle condizioni ambientali in brevi distanze. Nel corso del 2022 sono state campionate 13 cime di quota superiore ai 2.600 m s.l.m. in Provincia di Trento; durante l’attività di monitoraggio sono state individuate 253 specie, che sono state poi descritte tramite alcuni tratti funzionali (altezza media, massa dei semi, forma biologica, indici di Landolt). In base ai risultati ottenuti si ipotizza che la fusione precoce della neve e una stagione vegetativa più prolungata faciliteranno l’ascesa di specie generaliste, caratterizzate da dimensioni maggiori, ciclo vegetativo più lungo e con tipi di disseminazione e dispersione alternativi al vento come l’entomocoria. In generale, le specie con più alti indici termofili e nitrofili di Landolt e un più basso indice di umidità trarranno beneficio dalla diminuzione della disponibilità di acqua prevista che ne favorirà la risalita. Se attualmente non sono presenti specie esotiche nella fascia alpina superiore, in futuro queste saranno probabilmente favorite nella risalita dalle condizioni ambientali meno rigide.

 

Parole chiave: flora alpina, cambiamento climatico, tratti funzionali, Alpi sudorientali, flora di vetta

 

Abstract: High elevation areas are usually less exposed to land use changes and human disturbance, but even that, face drastic changes due to human-induced climate warming. It has already been proven that climate change increases the number of species at high elevations but not many studies have been carried out on the functional traits of the species. Considering species as a set of functional traits increases the chances of understanding the ecosystems functioning, plants composition and making future predictions. For this work, 13 alpine summits (elevation greater than 2600m) were sampled in the province of Trento. Using existing databases, the 253 species detected were described by ecological and morphological functional traits; then, we run analyses using the altitude gradient as a proxy of the temperature increase. Early snow melting and a longer vegetative season will probably facilitate the ascent of more generalist species, characterized by higher seed heights and sizes, longer vegetative cycle and with other types of dissemination and dispersion in addition to the wind. Moreover, it is expected that there will be a greater importance of competitive strategy than the ruderal and stress-tolerant that now prevail. In general, species with higher Landolt thermophilic and nitrophilic indices and lower humidity index will benefit due to the decrease in expected water availability.

 

Key words: Alpine flora, climate change, functional traits, southeastern Alps, summit flora

 

5. Andreotti A (2024). Caratteristiche fisiche delle acque di sorgente in Val di Sole in relazione alla distribuzione del permafrost.

 

Riassunto: Conoscere la distribuzione spaziale del permafrost è molto importante in relazione ai cambiamenti climatici, poiché la sua scomparsa determinerebbe la perdita di un’importante riserva idrica. Un metodo per determinare la sua distribuzione è quello di analizzare le caratteristiche chimico-fisiche delle acque di sorgente che sgorgano dai rock glaciers. In questo lavoro sono state misurate la temperatura dell’acqua e la conducibilità elettrica di 138 sorgenti in Val di Sole e in Val di Bresimo (TN) a fine estate nel 2018, 2019 e 2020. È stato osservato che la temperatura dell’acqua è minore dove ci sono depositi a grossi blocchi e rock glaciers a monte della sorgente e in particolare se questi sono attivi. Si è visto, però, che anche alcuni rock glaciers relitti hanno, alla fronte, sorgenti fredde con andamento temporale della temperatura dell’acqua molto simile a quello dei rock glaciers intatti. Ciò suggerisce che anche in alcuni di questi può persistere ghiaccio e/o permafrost. La distribuzione spaziale del permafrost è stata mappata nell’intera area di studio tramite un modello statistico di regressione lineare multipla tra la temperatura dell’acqua delle sorgenti che non hanno a monte rock glaciers, la radiazione solare media e la quota media calcolate sulle zone buffer ampie 50 m a monte delle sorgenti. La mappa ottenuta dà risultati confrontabili con la mappa APIM (Alpine Permafrost Index Map, Boeckli et al., 2011), e ne migliora i risultati sulle aree caratterizzate dalla presenza di rock glaciers relitti. I risultati sono probabilmente migliorabili con indagini geofisiche sui depositi a monte di sorgenti particolarmente fredde di cui è stata osservata la presenza a quote anche inferiori a 2000 m.

 

Parole chiave: permafrost, rock glaciers, sorgenti, cambiamento climatico

 

Abstract: Knowing the spatial distribution of permafrost is particularly important in relation to climate change because its possible disappearance would determine the loss of an important water resource. One method to determine its distribution is to analyse the chemical-physical characteristics of spring waters that flow from rock glaciers. In this thesis work, water temperature and electrical conductivity of 138 springs in Val di Sole and in Val di Bresimo (TN) were measured at the end of summer in 2018, 2019 and 2020. It has been observed that water temperature is lower where there are openwork deposits and rock glaciers upstream of the spring and, in particular, if these are active rock glaciers. However, some relict rock glaciers are also found to have cold springs at the forehead, with temperature trends very similar to those of intact rock glaciers. This suggests that also in some of these may persist ice and/or permafrost. The spatial distribution of permafrost was mapped over the whole study area by means of a multiple linear regression statistical model between the water temperature of springs without upstream rock glaciers, the mean solar radiation and the mean elevation calculated over the buffer zones 50 meters wide upstream of the springs. The obtained map gives results that are comparable with the APIM map (Alpine Permafrost Index Map, Boeckl i et al., 2011), and improves the results on the areas characterized by the presence of relict rock glaciers. The results can probably be improved by physical investigations above the deposits upstream of particularly cold springs, whose presence has been observed at altitudes even lower than 2000 meters.

 

Key words: permafrost, rock glaciers, springs, climate change

 

6. Montibeller S (2024). Una strategia di gestione dell’ecosistema alpino.

 

Riassunto: Nella zona della Valsugana, nel Trentino Orientale, Versante sud della catena del Lagorai, tra il monte Panarotta (1985 m.s.l.m.) ed il monte Sasso Rotto (2392 m.s.l.m.) è stata condotta una ricerca territoriale dalle caratteristiche uniche nel suo genere. È stato analizzato un complesso sistema che da secoli viene perpetuato è volto alla gestione del territorio e delle sue risorse ambientali, forestali e paesaggistiche in maniera sostenibile e collocato tra i 1000 m s.l.m. ed i 1800 m.s.l.m. L’analisi storico culturale ha dimostrato come è innata una vocazione al perseguimento di un miglioramento continuo delle condizioni locali, senza però creare pesanti stravolgimenti o cambiamenti gestionali rispetto alla passata tradizione. Il tutto è stato condotto per secoli senza la necessità di regole scritte ma con la sola strategia di lasciare alle generazioni future un sistema dinamico, in equilibrio e pronto a reagire alle esigenze che via via la società cerca di sviluppare e potenziare investendo nel territorio stesso e gestendo razionalmente le sue risorse ed i suoi valori. Nel territorio coesistono quindi da secoli più di 600 baite con attigui sistemi prativi e boscati, e circa 10 malghe più o meno estese composte da ampie praterie, arbusteti, boschi radi a larice e in talune zone improduttivi a rocce nude. La resilienza di questo sistema complesso la si è vista anche durante i catastrofici eventi legati ai cambiamenti climatici degli ultimi anni (Vaia e Bostrico); in queste aree, pur essendosi manifestati danni ingenti, in sistema ha reagito, si sta sollevando, il bosco sta via via ricrescendo e le sue multifunzionalità vengono ulteriormente valorizzate e potenziate. Gli aspetti paesaggistici di pregio, ora tutelati da norme di settore di profilo molto alto fino a livello Costituzionale, sono stati preservati grazie ad una sapiente e costante opera di cesellatura espletata in delicate fasi di restauro e recupero conservativo degli edifici nonché in un lavoro incessante di mantenimento e miglioramento ambientale e paesaggistico dei vasti prati e delle aree pascolive. Il tutto ha permesso di ottenere un micro habitat contiguo che raggiunge i circa 30 Km2 composto da un’alternanza frequente di aree aperte e boscate, a tratti più modellate dalle esigenze antropiche mentre in altri invece lasciate alla libera evoluzione naturale.

 

Parole chiave: ambiente, foreste, paesaggio

 

Abstract: Territorial research with unique characteristics of its kind was conducted in the Valsugana area, in Eastern Trentino, along the southern slope of Lagorai chain, between Mount Panarotta (1985 m. asl) and Mount Sasso Rotto (2392 m. asl). A complex system, used along the centuries and aimed at managing the territory and its environmental, forestry and landscape resources in a sustainable manner and located between 1000 and 1800 meters above sea level, was analyzed. The historical-cultural analysis showed that there is an innate vocation to pursue continuous improvement of local conditions, without however upsetting or creating management changes compared to the past tradition. Everything has been carried out for centuries without written rules but following the strategy of leaving future generations a dynamic and well-balanced system, ready to react to the needs that society gradually tries to develop and strengthen by investing in the territory itself and rationally managing its resources and values. Therefore, more than 600 chalets with adjacent meadows and woods have coexisted in the area for centuries and around 10 more or less large mountain farms consisting of large prairies, shrubbery, sparse larch woods and in some cases unproductive areas with bare rocks. The resilience of this complex system was also seen during the catastrophic climate-related events in recent years (Vaia in 2018 and Bostrico in 2020); in these areas, although the huge damages, the system has reacted and is now recovering; the forest is gradually growing again and its multifunctionality results further enhanced and strengthened. The valuable landscape aspects, now protected by very high-profile sector regulations up to Constitutional level, have been preserved thanks to a wise and constant chiseling work carried out through delicate phases of restoration and conservative recovery of the buildings as well as a constant maintenance work and an environmental and landscape improvement of the wide meadows and pasture areas. All this led to a contiguous micro habitat that reaches approximately 30 Km2 composed of a frequent alternation of open and wooded areas, in some cases more shaped by anthropic needs while in other ones left to free natural evolution.

 

Key words: environment, forests, landscape

 

7. Sergiacomi C, Paletto A, De Crignis L (2024). Il valore economico della biodiversità forestale: il caso studio della foresta del Cansiglio Orientale.

 

Riassunto: La stima del valore economico della biodiversità forestale e la sua mappatura al fine di fornire dati a supporto dei processi decisionali è uno degli argomenti più complessi e dibattuti dalla comunità scientifica internazionale. L’obiettivo del presente studio è stato quello di mettere a punto una metodologia speditiva e flessibile in grado di fornire una stima del valore economico della conservazione della biodiversità nelle isole di senescenza ubicate in foreste a principale funzione produttiva. A tal fine, il metodo della Valutazione Contingente è stato utilizzato per stimare il valore economico della biodiversità forestale, mentre una metodologia basata sull’uso dell’analisi raster ha permesso di rappresentare i risultati ottenuti da un punto di vista spaziale. La metodologia proposta è stata applicata al caso studio della foresta del Cansiglio Orientale, in provincia di Pordenone (Regione Friuli Venezia Giulia, Italia). I risultati evidenziano che il campione di visitatori coinvolti nell’indagine predilige, dal punto di vista estetico-visuale, lo scenario di gestione forestale caratterizzato dall’assenza di legno morto, seguito da quello con un moderato quantitativo di legno morto. Inoltre, i risultati ottenuti mostrano una disponibilità a pagare media pari a 5,47 € a visita (valore mediano 4,91 €) per usufruire di un servizio di parcheggio e navetta per accedere alla foresta del Cansiglio Orientale, i cui contribuiti serviranno a supportare la realizzazione di un network di isole di senescenza per la conservazione della biodiversità forestale.

 

Parole chiave: servizi ecosistemici, servizi di supporto, specie saproxiliche, disponibilità a pagare, Valutazione Contingente

 

Abstract: Estimating the economic value of forest biodiversity and its mapping to provide data to support decision-making processes is one of the most complex and debated issues in the international scientific community. The aim of the present study is to develop an expeditious and flexible method able to provide an estimate of the economic value of biodiversity conservation in Saproxylic Habitat Sites located in production forests. To this end, the Contingent Valuation method was used to estimate the monetary value of the forest biodiversity, while a methodology based on the use of raster analysis made it possible to show the results obtained from a spatial point of view. The proposed method was applied to the case study of the Cansiglio Orientale forest in the province of Pordenone (Friuli Venezia Giulia Region, Italy). The results highlight that the sample of visitors involved in the survey aesthetically prefers the forest management scenario characterized by the absence of deadwood followed by those with an average amount of deadwood. In addition, the results show an average willingness to pay of €5.47 per visit (median value €4.91) for parking and shuttle service to access the Cansiglio Orientale forest, whose contributions will serve to support the creation of a network of Saproxylic Habitat Sites for the conservation of forest biodiversity.

 

Key words: ecosystem services, supporting services, saproxylic species, willingness to pay, Contingent Valuation

 

8. Alberti G (2024). Tomografie elettriche in time-lapse per lo studio dell’attività di suzione di un apparato radicale.

 

Riassunto: Gli scambi tra suolo, piante e atmosfera controllano una serie di processi ambientali chiave la cui comprensione svolge un ruolo fondamentale non solo per la tutela dell’ambiente, ma anche nella prospettiva della lotta ai cambiamenti climatici. In questo contesto le tecniche geofisiche riescono ad indagare le caratteristiche del sottosuolo in maniera non invasiva, restituendo un’informazione areale, superando i limiti delle indagini classiche. In questo progetto di tesi è stato utilizzato il metodo geoelettrico della tomografia elettrica di resistività (ERT) per l’indagine tridimensionale ed in modalità time-lapse dell’attività di suzione radicale. Questa tecnica sfrutta le proprietà elettriche della resistività per determinare varie caratteristiche del sottosuolo, tra cui la composizione minerale, il contenuto idrico e la salinità.

 

Parole chiave: geofisica, ERT, tomografia, apparato radicale

 

Abstract: The interactions between soil, plants, and the atmosphere control several fundamental environmental processes, the understanding of which plays a key role in environmental protection and in the perspective of climate change. In this context, geophysical techniques succeed in investigating subsurface characteristics in a non-invasive manner, thus returning areal information that allows us to overcome the limitations of classical surveys. In this study, the geoelectric method of electrical resistivity tomography (ERT) is used for three-dimensional, time-lapse investigation of root suction activity. This technique uses the electrical properties of resistivity to determine various subsurface characteristics, including mineral composition, water content and salinity.

 

Key words: geophysics, ERT, tomography, root system

Foto di copertina un'opera di Bartolomeo Bezzi: "Bosco ceduo (Bosco di betulle)"
In copertina opera di Bartolomeo Bezzi Bosco ceduo (Bosco di betulle) 1886, olio su tela 70,5 x 99,5 cm