DENDRONATURA N.1 2022
1. Tomasi G, Bertolli A, Festi F, Prosser F, Wilhalm T, Pagitz K (2022). Flora spontanea lungo la Ferrovia del Brennero da Verona a Innsbruck.
Parole chiave: flora ferroviaria, ferrovia Verona – Brennero – Innsbruck, corridoio ecologico.
Riassunto: La flora ferroviaria ha da sempre riscontrato una certa attenzione da parte dei botanici, anche in tempi storici. Per quel che riguarda la ferrovia del Brennero i primi studi inerenti la flora ferroviaria si ebbero già prima della prima guerra mondiale. La linea ferroviaria del Brennero, essendo il principale asse di attraversamento delle Alpi, è di particolare interesse in quanto funge da corridoio ecologico tra la Pianura Padana e le Alpi, favorendo la mobilità delle piante soprattutto attraverso il trasporto involontario dei semi a carico di merci e viaggiatori. Grazie ad un progetto finanziato nell’ambito dell’anno tematico dei Musei Euregio 2021, la Fondazione Museo Civico di Rovereto (come ente capofila), il Museo delle Scienze di Bolzano e l’Università di Innsbruck, hanno potuto compiere uno studio mirato sulla biodiversità floristica lungo la linea ferroviaria Verona-Trento-Bolzano-Brennero-Innsbruck e ramificazioni secondarie. In particolare sono state prese in considerazione le piante superiori sia autoctone che alloctone, sia spontanee che casuali. Attraverso numerosi dati bibliografici a disposizione e mirati sopralluoghi fatti ad hoc dalle tre istituzioni, è stato possibile creare un database di ben 21.301 dati, di cui 14.855 raccolti solo nel biennio 2020-2021. L’istituzione di un database comune ha permesso di elaborare le mappe di distribuzione lungo l’asse ferroviario del Brennero di 1.177 specie (incluse le casuali e alcune sottospecie) rilevate dall’Ottocento a oggi.
Abstract: The railway flora has always attracted a certain attention from botanists, even in historical times. As far as the Brenner railway is concerned, the first studies concerning the railway flora took place even before the First World War. The Brenner railway line, being the main crossing axis of the Alps, is of particular interest as it acts as an ecological corridor between the Po Valley and the Alps, favoring the mobility of plants especially through the involuntary transport of seeds borne by goods and travelers. Thanks to a project funded as part of the thematic year of the Euregio Museums 2021, the Rovereto Civic Museum Foundation (as the leading body), the Bolzano Science Museum and the University of Innsbruck, were able to carry out a targeted study on biodiversity floristry along the Verona-Trento-Bolzano-Brennero-Innsbruck railway line and secondary branches. In particular, both native and allochthonous superior plants, both spontaneous and random, were taken into consideration. Through numerous bibliographic data available and targeted visits made ad hoc by the three institutions, it was possible to create a database of 21,301 data, of which 14,855 collected only in the two-year period 2020-2021. The establishment of a common database has made it possible to develop distribution maps along the Brenner railway axis of 1,177 species (including random and some subspecies) detected from the nineteenth century to today.
Key words: railway flora, Verona – Brennero – Innsbruck railway, ecological corridor.
2. Paletto A, Becagli C, Casagli A, De Meo I (2022). I processi partecipativi nella sfida verso la bioeconomia circolare: l’esempio della filiera foresta-legno Valdarno e Valdisieve.
Riassunto: A livello europeo è rilevante il ruolo del comparto foresta-legno nell’implementare i principi dell’economia circolare contribuendo a razionalizzare l’uso della risorsa forestale, a valorizzare i residui per la produzione di bioenergia e di prodotti innovativi dall’elevato valore aggiunto. Nel suddetto processo ha una rilevanza notevole la dimensione sociale, volta a favorire i processi di coinvolgimento dei diversi attori coinvolti nella filiera foresta-legno al fine di contribuire alla sostenibilità sia nei processi produttivi che nella fase di commercializzazione. In questo quadro si inserisce la presenta ricerca, finalizzata allo sviluppo di un modello partecipativo per l’applicazione dei principi dell’economia circolare alla filiera foresta-legno su scala locale. Il modello è stato strutturato in due fasi di coinvolgimento degli attori economici e sociali per la definizione di una strategia condivisa di valorizzazione della filiera foresta-legno Valdarno-Valdisieve, in Toscana. La prima fase, basata su uno scambio di informazioni tra attori della filiera e decisori, ha consentito di ricostruire i flussi di materiali lungo gli anelli della filiera. La seconda fase ha previsto la consultazione degli stakeholders tramite la realizzazione di un focus group basato sui cardini del Logical Framework Approach (LFA), al fine di identificare le principali problematiche relative alla filiera e di definire una strategia di valorizzazione chiara e condivisa. I dati ricavati nella prima fase hanno permesso un’analisi della circolarità della filiera locale evidenziandone punti di forza e debolezza. Le informazioni emerse dal focus group hanno permesso di evidenziare le criticità più importanti relative al processo di valorizzazione della filiera foresta legno ma anche di definire, in maniera condivisa con i diversi portatori di interesse, una serie di strategie di valorizzazione. L’aumento della imprenditorialità del settore emerge come elemento chiave per la valorizzazione della filiera e richiede a livello locale un processo di marketing aziendale e di formazione degli operatori. A ciò deve unirsi la capacità di creazione di un network tra le imprese per raggiungere benefici ambientali, innovazione tecnologica e crescita economica in maniera sostenibile.
Parole chiave: economia circolare, pubblica partecipazione, coinvolgimento dei portatori d’interesse, Patto Verde Europeo, regione Toscana.
Abstract: At the European level, the role of the forest-based sector is important in implementing the principles of the circular economy, contributing to rationalize the use of forest resources and to improve the production of bioenergy and innovative bio-based products with high added value from wood residues. In this context, it is relevant the social dimension, aimed at encouraging the processes of involvement of the various actors of the forest-wood chain to contribute to sustainability both in the production processes and in the marketing phase. In this framework, the present research aims to develop a participatory model for the application of the principles of the circular economy to the forest-wood chain on a local scale. The model was structured in two phases of involvement of the economic and social actors, for the definition of a shared strategy for the enhancement of the forest-wood chain of Valdarno-Valdisieve, in Tuscany. The first phase, based on an exchange of information between stakeholders of the forest-wood chain and decision makers, permitted to analyze the flows of wood materials along the supply chain. The second phase was a stakeholders’ consultation a focus group based on the hinges of the Logical Framework Approach (LFA), in order to define the main problems relating to the supply chain and to define a clear and shared enhancement strategy. The data obtained in the first phase allowed an analysis of the circularity of the local supply chain, indicating its strengths and weaknesses. The information emerged from the focus group contribute to highlight the critical issues relating to the enhancement of the forest-wood supply chain. Furthermore, information was useful to a shared definition of a set of strategies to improve the performance of the forest-wood supply chain. The increase of the entrepreneurship in the sector is as a key element for the enhancement of the supply chain and requires a marketing process and operators’ training at a local level. This must be combined with the ability to create a network between actors to reach sustainable socio-economic growth, environmental benefits and technological advances.
Key words: circular economy, public participation, stakeholders’ involvement, European Green Deal, Tuscany region.
3. Marini F, Ferrara C, Pontuale G, Menta F, Angeloni L, Pignatti G (2022). Scuola dell’infanzia nel bosco mediterraneo: un caso di studio e prospettive future.
Riassunto: La maggiore richiesta di attività educative e di formazione nel bosco per i bambini e i ragazzi pone nuove sfide al sistema di istruzione, alle famiglie, così come agli stessi forestali. Nel contributo, si discute lo sviluppo delle esperienze di scuola all’aperto nel corso dei decenni in rapporto ai cambiamenti della società, con particolare riferimento alla realtà italiana ed all’influenza avuta per l’affermazione dell’outdoor education attuale. Vengono riportati nel dettaglio i risultati di alcune esperienze recenti di outdoor education nel bosco effettuate presso la sede del CREA Centro di ricerca Foreste e Legno di Roma, e rivolte a bambini e ragazzi, ma anche famiglie e insegnanti. Sulla base delle esperienze riportate, viene discusso il valore pedagogico, sociale e ambientale dell’outdoor education per i giovani di oggi, oltre al ruolo di genitori e insegnanti e, infine, le prospettive future, anche in relazione alla figura del forestale come riferimento per attività mirate a sensibilizzare, conoscere e tutelare il bosco e l’ambiente naturale.
Parole chiave: asilo nel bosco, pedagogia forestale, educazione all’aperto.
Abstract: The increased demand for educational and training activities in the forest environment for younger children poses new challenges to the education system, families, and foresters themselves. The paper focuses on the development of outdoor school experiences over the decades in relation to societal changes, with particular reference to the Italian experiences and their influence on current outdoor education. The results of some recent forest kindergarten and outdoor activities carried out at CREA Research Centre for Forestry and Wood in Rome are reported in detail, with implications for the experiences of children, as well as families and teachers. From this perspective, the pedagogical, social, and environmental value of outdoor education for today’s children is discussed, as well as the role of parents and future prospects, also in relation to the forester as the reference figure for forestry education activities aimed at raising awareness, knowing, and protecting forests and the natural environments.
Key words: Forest kindergarten, forest pedagogy, outdoor education.
4. Carriero A (2022). Individuazione degli schianti VAIA in provincia di Trento.
Riassunto: Il monitoraggio del territorio e la stima dei danni in occasione di eventi climatici avversi sono un processo fondamentale per la programmazione degli interventi e per il ripristino degli ecosistemi danneggiati. Il presente lavoro intende individuare, sulla base di immagini multispettrali, le aree colpite dalla tempesta VAIA di fine ottobre 2018. L’elaborazione è stata effettuata per tutto il territorio della provincia di Trento (6.200 km2) utilizzando metodi di classificazione supervisionata. La stima della superficie di schianti (soprassuolo arboreo completamente abbattuto o fortemente danneggiato) è risultata essere pari a circa 11.350 ha.
Parole chiave: LiDAR, inventari forestali, classificazione supervisionata, tree-detection.
Abstract: The monitoring of the environment and the damage assessment in the event of adverse climatic events are fundamental for the planning of interventions and for the restoration of damaged ecosystems. This work intends to identify, on the basis of multispectral images, the areas affected by the VAIA storm that hit the northeast of Italy at the end of October 2018. The study was carried out for the entire territory of the province of Trento (6,200 km2) using supervised classification methods. The estimate of the damaged forest areas, destroyed or intensely damaged, is approximately 11,350 hectares.
Key words: LiDAR, forest inventory, supervised classification, tree-detection.
5. Benetel D, Taccaliti F, Grigolato S, Lingua E (2022). Biomassa residua e modellizzazione del combustibile a seguito di cantieri forestali di recupero schianti.
Riassunto: La quantità di biomassa residua e lo strato di combustibile sono stati studiati in aree oggetto di recupero schianti nelle Foreste Demaniali trentine, nelle Alpi orientali italiane. I cantieri forestali analizzati si sono suddivisi per sistema di recupero impiegato, harvester e forwarder (HF) o motosega e gru a cavo (GC), e anno d’intervento, dal 2019 al 2021. I combustibili rilevati sono stati poi modellizzati per creare nuovi modelli di combustibile dedicati. La biomassa rilasciata a terra dagli interventi di salvage-logging assume un ruolo fondamentale per il mantenimento della biodiversità degli ecosistemi. Si è osservato che il volume medio di biomassa residua emerge superiore con l’applicazione del sistema GC (106,39 m3/ha) rispetto al sistema HF (89,36 m3/ha). Per entrambi i sistemi i residui fini occupano in media circa il 61% del carico totale. I sistemi d’esbosco considerati in questo studio non determinano altezze dello strato di combustibile significativamente diverse, ma nelle aree HF le piste d’esbosco si presentano come punti di discontinuità.
La presenza di residui legnosi a terra può aumentare il rischio d’incendio boschivo. La previsione del comportamento del fronte di fiamma è stata eseguita realizzando i nuovi modelli di combustibile SB5 “Residui da recupero schianti con sistema HF” e SB6 “Residui da recupero schianti con sistema GC”. Al verificarsi di un incendio radente in date zone la lotta antincendio condotta da terra è possibile nella maggior parte delle condizioni. Dai confronti effettuati, i nuovi modelli conducono a un comportamento d’incendio radente riconducibile a condizioni di residui leggeri, come il modello n.11 di Rothermel (1972) e SB1 di Scott e Burgan (2005).
Parole chiave: biomassa residua, combustibile, recupero schianti.
Abstract: The amount of residual biomass and the fuel layer were studied in salvage-logged areas after windthrows in the Trentino Provincial Forests, in the Eastern Italian Alps. The forest yards analysed were divided by salvagelogging system, harvester and forwarder (HF) or chainsaw and cable yarder (GC), and year of intervention, from 2019 to 2021. Then, detected fuels were modelled to create new fuel models. The biomass released on the ground by salvage-logging operations plays a key role in maintaining the biodiversity of ecosystems. The average residual biomass volume was found to be higher with the application of the GC system (106,39 m3/ha) than with the HF system (89,36 m3/ha). For both systems, fine residues occupy on average about 61% of the total load. The logging systems considered in this study do not result in significantly different fuelbed depth, but in HF areas the timber extraction roads appear as points of discontinuity of the fuel.
The presence of woody debris on the ground increases the risk of forest fires. The prediction of the flame front behaviour was carried out by creating the new fuel models SB5 “Residues from salvage-logging with HF system after wind-throws” and SB6 “Residues from salvage-logging with GC system after wind-throws”. In the event of a surface fire in the study areas, ground firefighting is possible under most conditions. From the comparisons made, the new models lead to a surface fire behaviour comparable with light load of residues conditions, such as Rothermel’s n. 11 (1972) and Scott and Burgan’s SB1 (2005).
Key words: residual biomass, fuel, salvage-logging.
6. Carriero A (2022). Stima della biomassa legnosa atterrata dalla tempesta VAIA.
Riassunto: Il monitoraggio del territorio e la stima dei danni in occasione di eventi climatici avversi sono un processo fondamentale per la programmazione degli interventi e per il ripristino degli ecosistemi danneggiati. Le aree colpite dalla tempesta VAIA di fine ottobre 2018 ammontano a circa 11.350 ha. Il presente lavoro intende stimare l’entità del danno in termini di metri cubi di massa legnosa abbattuta confrontando vari metodi di elaborazione.
Parole chiave: LiDAR, inventari forestali, volume legnoso, classificazione supervisionata, tree-detection.
Abstract: The monitoring of the environment and the damage assessment in the event of adverse climatic events are fundamental for the planning of interventions and for the restoration of damaged ecosystems. The areas affected by the VAIA storm that hit the northeast of Italy at the end of October 2018 is approximately 11,350 hectares. This work intends to asses the extent of the damage in terms of cubic meters of destroyed wood mass by comparing various processing methods.
Key words: LiDAR, forest inventory, tree volume, supervised classification, tree-detection.
7. Montibeller S (2022). La digitalizzazione delle autorizzazioni alla trasformazione di coltura secondo la normativa vigente in Provincia Autonoma di Trento (TN)
Riassunto: Nella provincia Autonoma di Tento la superficie coperta da boschi arriva a toccare una superficie di 390.463 ettari, pari al 63% del territorio provinciale. I tipi di bosco più rappresentati in termini di superficie sono quelli a prevalenza di abete rosso (32%), faggio (14%), larice (13 %) ed abete bianco (11%). La superficie a bosco cresce ogni anno con un tasso intorno allo 0,1 %. Il bosco, nel suo avanzare, spesso negli ultimi decenni è andato ad occupare spazi che un tempo erano dedicati all’agricoltura (terrazzamenti, micro coltivazioni, prati o pascoli). L a sempre maggiore richiesta di terreno per scopi connessi all’edilizia residenziale, all’infrastrutturazione del territorio (strade, aree produttive, aree sportive ecc), ha fatto sì che l’agricoltura negli ulti anni abbia dovuto ricercare nuovi spazi e nuove aree da mettere a coltura, andando in primis a recuperare le zone storicamente vocate e nel tempo abbandonate a causa della concomitanza di più fattori: economici, logistici, orografici. Con i mezzi, le tecnologie ed i materiali a disposizione al giorno d’oggi, anche terreni impervi, di difficile accesso, contraddistinti da problematiche idrogeologiche più o meno rilevanti, possono essere destinati alla gestione agricola anche con iniziali costi di investimento contenuti.
In queste zone, molto spesso il bosco è tornato a colonizzare le aree che venivano coltivate con una agricoltura di sussistenza che ora va sostituita con una agricoltura intensiva e di elevato livello di specializzazione. È considerata una trasformazione di coltura ogni operazione finalizzata a eliminare in forma permanente una superficie occupata da bosco allo scopo di destinarla ad altri utilizzi: coltivazione agricola, edifici e loro pertinenze, strade, infrastrutture varie (acquedotti, elettrodotti), aree ricreative, piste da sci, impianti di risalita, discariche, cave. Tale rimozione della copertura forestale e gli interventi connessi, come ad esempio i movimenti di terra necessari per rimuovere le ceppaie o per adattare il terreno alle esigenze future, vanno autorizzati dagli organi indicati dalla normativa provinciale.
È importante sapere che la domanda va presentata per qualsiasi superficie effettivamente occupata da bosco, anche quando la destinazione dell’area indicata dal Piano Regolatore Generale risulta diversa dallo stato reale (ad esempio quando un terreno è classificato agricolo ma nel tempo vi sono cresciute delle piante). In questo complesso sistema autorizzatorio che regola la continua tensione tra le aree agricole in continua espansione e la vasta superficie boscata presente in P.A.T. in un’ottica di controllo e difesa dei versanti dal punto di vista idrogeologico ed ambientale, si colloca il lavoro di digitalizzazione delle pratiche di trasformazione di coltura allo scopo di implementare le conoscenze dei comportamenti dei micro bacini idrografici anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto.
Parole chiave: digitalizzazione, territorio, bosco.
Abstract: In the Autonomous Province of Trento, the area covered by woods reaches 390,463 hectares, which means up to 63% of the provincial territory. The forest types most represented in terms of surface are those with a prevalence of spruce (32%), beech (14%), larch (13%) and silver fir (11%). The forest area grows every year at a rate of around 0.1%. In the last decades, the forest in its growth, has often occupied areas that were once dedicated to agriculture (terracing, micro crops, meadows or pastures). The increasing demand for land due to purposes related to residential construction and the infrastructure of the territory (roads, production areas, sports areas, etc.), led agriculture in recent years to search for new suitable for cultivation. This was made first by recovering the areas historically suited for the production and abandoned over time due to several economic, logistical, and orographic elements. Even rough and difficult to access terrain, with more or less significant hydrogeological problems, can be used for agricultural management with low initial investment costs thanks to modern technologies and materials available nowadays.
In these areas, the forest has very often returned to colonize the areas that were once cultivated with a subsistence agriculture which now needs to be replaced with intensive agriculture with a high-level specialization. Any operation aimed at permanently eliminating an area occupied by wood in order to allocate it to other uses is considered a transformation of cultivation: agricultural cultivation, buildings and their belonging areas, roads, various infrastructures (waterworks, electric powerlines), recreational areas, ski slopes, ski lifts, landfills, quarries. This removal of the forest area with the related works, such as the earth moving operation to eliminate stumps or to adapt the land to future needs, must be authorizedby the institution indicated by the provincial legislation.
It is important to know that the application must be submitted for any area actually occupied by woods, even when the destination of the area indicated by the General Town Plan is different from the real state (for example in the case when a land is classified as agricultural but over the years plants grew). Digitization of crop transformation practices designed to implement know-how regarding the behavior of micro hydrographic basins also considering the on-going climate change, stands in this complex authorization system that regulates the continuous tension between the ever-expanding agricultural areas and the wide woodland existing in P.A.T. (Autonomous Province of Trento) in order to control and defend the slopes from the hydrogeological and environmental point of view.
Key words: digitization, territory, forest.
8. Murgia F (2022). Stima del ritardo di fase introdotto dall’atmosfera negli interferogrammi sar al fine di migliorare le previsioni meteorologiche.
Riassunto: Il radar ad apertura sintetica (dall’inglese Synthetic Aperture Radar, da cui deriva l’acronimo SAR) è un sistema di telerilevamento a microonde attivo e coerente che consente di generare immagini ad alta risoluzione da grandi distanze, generalmente dallo spazio. Il SAR permette non solo di effettuare un monitoraggio accurato delle deformazioni della superficie terrestre, ma anche di acquisire informazioni sull’atmosfera. Tutto ciò è possibile grazie all’interferometria SAR, una tecnica che permette di misurare uno spostamento attraverso la determinazione della differenza di fase del segnale elettromagnetico tra due o più immagini SAR acquisite sulla stessa area in momenti diversi o nello stesso istante, ma da posizioni leggermente differenti. Lo studio dell’atmosfera ed una migliore comprensione dei meccanismi che la regolano è di fondamentale importanza in ambito meteorologico. In questo lavoro verranno riassunte le elaborazioni necessarie per ottenere informazioni sul ritardo di fase atmosferico da una serie di immagini SAR. Le immagini ottenute saranno poi confrontate con dati relativi al ritardo di fase provenienti da modelli numerici. Infine, verrà valutato l’effetto dell’assimilazione di tali immagini all’interno di modelli previsionali a media scala.
Parole chiave: Synthetic Aperture Radar (SAR), interferometria, modelli previsionali,
telerilevamento, meteorologia.
Abstract: The Synthetic Aperture Radar (SAR) sensor is an active and coherent microwave system widely used in the remote sensing framework, able to generate high-resolution images of the Earth surface at a great distance, generally from the space. It not only allows to accurately control and monitor surface deformations, but it is able to retrieve useful information on the atmosphere. This is possible thanks to SAR Interferometry, an advanced processing technique that measures a displacement by means of the measure of the phase difference in the electromagnetic signal among two or more SAR images acquired over the same area at different times, or at the same time but from slightly different observation positions. In the framework of meteorology studies, it is fundamental to get a better knowledge of the atmosphere and the mechanisms regulating it. In this work, all the processing procedures required to gather this information from SAR interferometric data will be described, as well as the comparison and validation analyses done with ancillary data as numerical weather prediction models output ones. Thus, the effect of assimilating such data into numerical weather prediction models will be briefly described and assessed.
Key words: Synthetic Aperture Radar (SAR), interferometry, numerical weather prediction models, remote sensing, meteorology.
9. Montibeller S (2022). La conservazione del legno nei piazzali strategici irrigati, realizzati in Provincia Autonoma di Trento per fronteggiare l’emergenza dovuta agli schianti da vento causati dalla tempesta Vaia.
Riassunto: Nella provincia Autonoma di Tento la tempesta Vaia del ottobre 2018 ha creato scenari nuovi e mai affrontati prima nell’ambito della filiera foresta legno. I quattro milioni di metri cubi schiantati in una notte, a fronte di un taglio ordinario che si assestava circa sul mezzo milione nel periodo pre Vaia, hanno creato nuove esigenze ed aperto a nuove filiere di approvvigionamento del tondame, basate sulla meccanizzazione avanzata, l’elevata tecnologia e la grande produzione giornaliera di tronchi pronti per essere portati in segheria. Questi scenari sono stati da subito percepiti dal Piano di Protezione civile per il recupero del legname schiantato, approvato in PAT il 18 gennaio 2019 e, grazie a questi indirizzi ed ai relativi finanziamenti, il Servizio Foreste della PAT ha da subito iniziato a lavorare per adeguare strade forestali esistenti, realizzarne di nuove, sistemare situazioni puntuali che limitavano il passaggio di mezzi da lavoro. Tutto questo nell’ottica di favorire il rapido sgombero del legname atterrato, prima che lo stesso subisca fenomeni di degradazione e ciò fosse stato di ulteriore danno per i proprietari del bosco, nella grande maggioranza dei casi enti pubblici. Questo nuovo modo di affrontare la sfida presentata da Vaia ha generato una necessità imprescindibile dalla sistemazione della viabilità forestale. Se da un lato infatti, i grandi flussi di legno potevano uscire dal bosco, dall’altro i piazzali di stoccaggio presenti si rivelavano insufficienti per accatastare tutto il materiale. Anche considerando i piazzali delle segherie private, ben presto la necessità di avere nuovi spazi di stoccaggio si è fatta sentire. Il Piano ha previsto da subito questa criticità e sono stati attivati, parallelamente ai lavori di sistemazione viaria, anche una serie di interventi per realizzare ex novo oppure adeguare dimensionalmente e strutturalmente i piazzali di deposito. Si è lavorato su due livelli : i piazzali locali, di dimensioni inferiore ai 5000 metri quadrati ed ubicati a metà montagna, in prossimità dei cantieri di utilizzazione, ed i piazzali strategici, di dimensione maggiore, solitamente sopra l’ettaro ed ubicati preferenzialmente in fondo valle, in zone accessibili tutto l’anno e vicini alla rete viaria principale. Sono stai stimati come necessari 38 ettari di nuovi piazzali, divisi in 20 ettari di piazzali locali e 18 strategici. I piazzali strategici sono stati in alcuni casi dotati di un particolare sistema di bagnatura, basato sulla realizzazione di un pozzo, un sistema di prelievo tramite pompe e di aspersione tramite irrigatori a pioggia. Questa tecnologia, non presente in Italia, se non in alcune segherie che utilizzavano legname esotico di pregio, è stata mutuata dal centro Europa che già a fin degli anni 90, a seguito delle tempeste Lotar e Vivian, la avevano testata e implementata. Con tale sistema il legname tondo di conifere può essere conservato per 3 – 4 anni senza subire gravi danni tecnologici. Il tutto si basa sul mantenere una umidità del legno come se fosse appena tagliato, superando cioè l’80 %. Viene per questo utilizzato un sistema costante di bagnatura con livelli di circa 1 litro al secondo per ogni 1000 metri cubi di legname accatastato. Nei piazzali della PAT, su un ettaro vengono stimati all’incirca 15.000 metri cubi di tondame, considerando cataste di altezza pari ai 6 metri, ad ettaro quindi sono necessari circa 15 litri al secondo. Questo valore vien poi modulato al ribasso in base alle situazioni locali di umidità relativa, precipitazioni naturali medie ed irraggiamento solare. Il costo di realizzazione di un ettaro d piazzale così allestito è pari a circa 90 – 100 mila €. I piazzali sono stati realizzati su suolo di proprietà pubblica mente la gestione è stata affidata alle grandi segherie che hanno acquistato dagli enti pubblici ingenti quantità di legname schiantato.
Parole chiave: legno, conservazione, deposito.
Abstract: In the In the Autonomous Province of Trento, the Vaia storm in October 2018 created new and never before faced scenarios in the forest-wood supply chain. The four million cubic meters crashed in one night, compared to an ordinary cut that settled about half a million in the pre Vaia period, created new needs and opened up new supply chains for roundwood, based on advanced mechanization, high technology and large daily production of logs ready for the sawmill. These scenarios were immediately perceived by the Civil Protection Plan for the recovery of crashed timber, approved in the PAT on January 18, 2019 and, thanks to these addresses and the related funding, the PAT Forest Service immediately started working to adapt existing forest roads, build new ones, fix specific situations that limited the passage of work vehicles. All this in order to support the rapid clearing of landed timber, before undergoing degradation phenomena causing further damages to the owners of the forest, which in most cases were public authorities. This new challenge presented by Vaia has generated an essential need for the arrangement of the forest road system. If on one hand, in fact, the large flows of wood could be transported out of the wood, on the other hand the storage areas turned out to be insufficient to stack all the material. Even considering the yards of private sawmills, the need for new storage turned out soon. The Plan immediately envisaged this problem and a series of measures were also activated, in parallel with the road reorganization work, to create new storage yards or to adapt in size and structure the present ones. Work was carried out on two levels: the local squares, less than 5000 square meters in size and located in the middle of the mountain, near the construction sites, and the strategic squares, larger in size, usually more than one hectare and preferentially located at the bottom of the valley, in areas accessible all year round and close to the main road network. 38 hectares of new yards have been estimated as necessary, divided into 20 hectares of local and 18 of strategic yards. The strategic yards were in some cases equipped with a particular wetting system, based on the construction of a well, a system of withdrawal by pumps and sprinkling by sprinklers. This technology, not present in Italy, except in some sawmills that used precious exotic timber, was borrowed from central Europe which had already tested and implemented it in the late 1990s, after Lotar and Vivian storms. With this method, round coniferous wood can be stored for 3 - 4 years without suffering serious technological damages. The most important thing is maintaining the humidity of the wood as if it had just been cut, that means more than 80%. A constant wetting system is used with levels of about 1 liter per second every 1000 cubic meters of stacked timber. In the PAT yards, about 15,000 cubic meters of roundwood are estimated on one hectare, considering stacks of 6 meters high per hectare, so about 15 liters per second are required. This value is then modulated downwards based on local situations of relative humidity, average natural rainfall and solar radiation. The construction cost of one hectare square set up in this way is approximately 90 - 100 thousand €. The yards were built on public land while the management was entrusted to large sawmills which bought large quantities of crashed timber from public authorities.
Key words: wood, conservation, storage.